Cristiani divisi su grandi questioni

Anche quando abbiamo opinioni diverse, perseguire la pace e l’edificazione è più importante di avere ragione.
Cristiani divisi

Affermare la propria opinione gridando più forte. Credere che il parere o la percezione personale siano gli unici accettabili. In questo periodo e in particolare dall’anno scorso, il 2020, ho la sensazione che in qualche modo stiamo sperimentando un inasprimento di tensioni nelle nostre relazioni interpersonali, a causa di dibattiti sempre più accesi riguardo a questioni scottanti ed importanti sulle quali, volenti o nolenti, siamo chiamati a prendere una posizione.

La cosa che più mi colpisce è che, se da una parte ci aspettiamo una certa contrarietà dei non credenti sui principi spirituali difficili da afferrare per la mente naturale, delle accese divergenze si sono aperte su questioni attuali anche tra sinceri cristiani.

Che c’è di nuovo? direte voi… si sa che i cristiani con tutte le loro denominazioni e le svariate enfasi teologiche sono da sempre un popolo ben diviso, purtroppo. 

Ma non parlo delle vecchie diatribe tra le diverse confessioni cristiane, quando gli evangelici si scatenavano contro i cattolici dandogli degli idolatri e i cattolici gridavano “vade-retro” a qualsiasi realtà evangelica additata come pericolosa setta. O quando un “evangelico” settario non salutava come fratello un credente che non fosse nella sua stretta cerchia di appartenenza religiosa.

Grazie a Dio, nonostante talvolta permanga ancora una certa diffidenza, c’è una maggiore apertura e comunione fraterna grazie all’opera dello Spirito Santo che, accolto nei nostri cuori, ci rende tutti figli di Dio in Gesù e appartenenti ad una stessa famiglia spirituale.

Ma le accese divergenze a cui mi riferisco sono di altro tipo: sulle recenti questioni sanitarie, politiche ed etiche anche i credenti hanno opinioni forti e contrastanti e con molta facilità sono disposti a perdere l’amicizia o la comunione con un fratello, pur di far valere con arrogante determinazione il loro pensiero.

E non è raro che alla fine succeda una cosa spiacevole: complice la diffusione globale che si ha tramite i social, “banniamo” psicologicamente nel nostro cuore un fratello o una sorella in Cristo, soltanto perché può avere opinioni discordanti dalle nostre o giunge a conclusioni diverse mentre elabora gli eventi attuali con la sua misura di comprensione e fede. A chi non è capitato di vedere un post su un social e pensare: “ma guarda un po’, quel fratello, quella sorella…, ma davvero la pensa così diversamente da me?” Non lo scacciamo dai nostri amici virtuali, ma nel nostro cuore già lo abbiamo allontanato.

Non è una polemica tesa a sollevare dubbi sulla genuinità della fede personale rispetto alle diverse convinzioni legittime, ma solo la constatazione che qualcosa di pericolosamente divisivo si è insinuato, forse oggi più di ieri, anche tra i cristiani sinceri, o che si fanno chiamare tali.

La reazione istintiva che i social network incoraggiano è spesso deleteria per la nostra salute interiore, perché se in teoria una piazza pubblica di condivisione potrebbe essere un’esperienza edificante, alla fine finisce per essere un luogo di scontro più che di incontro. Del resto nel mondo virtuale, che non è che lo specchio di quello reale, si espone ancora più platealmente quello che siamo, quello in cui crediamo, le questioni cruciali che ci fanno infervorare oppure indignare. E chi non la pensa come noi rischia di essere percepito come nostro “nemico” e forse, senza nemmeno renderci conto, ecco che in quello che dovrebbe essere un dialogo ci poniamo invece in modalità difesa/attacco, senza frenare le dita sulla tastiera e magari irridendo o giudicando chi sostiene una tesi diversa dalla nostra. Ovvio, ci sono in giro sostenitori di teorie strampalate, ma ci sono altre persone che intelligentemente ardiscono introdurre nel dibattito prospettive diverse da quelle comunemente accettate, ma che invece sempre più spesso vengono etichettate frettolosamente come “teorie del complotto” anche da molti credenti. 

E non ci salviamo da un giudizio superficiale e impietoso nemmeno evitando di partecipare a sterili dibattiti, perché se siamo sui social ci trasformiamo facilmente in guardoni telematici che spiano e alla fine giudicano comunque il prossimo di nascosto, finanche il fratello o la sorella nella fede. 

Ci sono comportamenti sbagliati sui quali la Bibbia non lascia dubbi e che non sembrano essere argomento di discussione, ma ci sono altre questioni in cui la nostra sensibilità e conoscenza del Signore dovrebbe guidarci sulla strada giusta, ma non sempre il confine è così definito. Ci sono scelte e convinzioni diverse anche tra noi credenti, lo stiamo imparando anche di recente: abbiamo lo Spirito di Dio, ma siamo umani e la nostra percezione degli eventi e delle scelte opportune passa anche attraverso il nostro vissuto e i nostri “principi ispiratori” acquisiti, che in verità talvolta cozzano persino con la Bibbia che ci pregiamo di seguire (e nemmeno ce ne accorgiamo).

Ho sentito diversi credenti più infervorati per una posizione politica piuttosto che per difendere il Vangelo, i cristiani e la Parola di Dio. Cristiani le cui bacheche sono più piene di polemiche contro tutti, per non dire insulti, discorsi ideologici, falso buonismo, attivismo politico piuttosto che di rivelazioni ispirate da Gesù di cui il nostro cuore dovrebbe essere ripieno. Io sono il primo a dovermi ravvedere, quindi sto scrivendo un promemoria anche a me stesso.

C’è chi è svelto a catalogare il prossimo come di destra o di sinistra, conservatore o progressista, tollerante od estremista. Persino credenti che, in nome di una tolleranza che non vuole urtare la sensibilità di nessuno, additano come cristiani fondamentalisti altri fratelli, dimenticando che la fede cristiana che abbiamo abbracciato è radicale nella sua essenza e il messaggio stesso di Gesù è diretto e inequivocabile, inclusivo in quanto si rivolge a tutti, ma esclusivo perché non contempla altre strade. Gesù non ha detto di essere una via, ma la sola e unica Via che porta al Padre, non ha detto di essere una luce o una verità, ma “Io sono la Luce del mondo e la Verità”.

Comunque un dibattito costruttivo in presenza di prospettive diverse è sempre una ricchezza. Il problema è che, in generale, e soprattutto nei social, non è più costruttivo, ma distruttivo. Non ci edifica, ma ci innervosisce arrivando talvolta a distruggere la stima reciproca per un’opinione diversa, minando quella comunione fraterna che ci dovrebbe unire nel nome di Colui che ci ha salvati ed accolti insieme nella Sua famiglia.

Ci viene in soccorso l’apostolo Paolo, che nella lettera ai Romani al capitolo 14 ci esorta:

“Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; decidetevi piuttosto a non porre inciampo sulla via del fratello, né ad essere per lui un’occasione di caduta.”

Se siamo in Cristo, l’immensità della Sua redenzione per noi e la grandezza del Suo amore che ci unisce dovrebbe essere più forte delle opinioni che ci dividono. 

Invece ci viene così facile etichettare un altro come “sbagliato” e forse poi siamo i primi a non tollerare chi non la pensa come noi. Tra cristiani, tanto per cominciare, dovremmo amarci e sostenerci di vero cuore, sapendo bene da cosa Gesù ci ha detto che ci avrebbero riconosciuti.

Che siamo verdi gialli o rossi, in Cristo tutti abbiamo una veste bianca, perciò smettiamola di ritenere che un fratello che non la pensa come noi sia un ignorante retrogrado che non ha capito niente. Smettiamola di etichettare come “complottista” chiunque osi farsi delle domande che esplorano verità diverse da quelle che ci vengono presentate.
E allo stesso tempo, per favore, smettiamola di condividere certe favole e di vedere i complotti in ogni angolo, ma crediamo più fermamente nella Parola di Dio, senza andare dietro a discorsi insensati al limite del ridicolo. Un vero complotto c’è in realtà, ed è quello di Satana, che cerca di distruggere, uccidere e rubare tutto quello che di bello il Signore ha fatto e vuole fare. Pertanto affermare che esiste una realtà spirituale che influenza tutti i settori chiave della società e che dietro agli eventi attuali c’è un burattinaio che usa persone e situazioni non mi pare affatto complottismo, ma semmai discernimento spirituale.

Parlo ai miei fratelli e sorelle in Cristo: abbiamo lo Spirito Santo che ci guida in tutta la verità. Però vediamo tutti in parte, capiamo un aspetto della verità, abbiamo tutti una parte di rivelazione; la visione complessiva la acquisiamo solo attraverso gli altri, perché così Dio ci mantiene umili e uniti e si compiace di rivelare i Suoi piani e le Sue vie a tutti quelli che credono in Lui, non a pochi ed esclusivi “illuminati” elevati miracolosamente ad un livello superiore di conoscenza suprema. A volte quest’ultimo atteggiamento è quello che traspare nei post di certi infervorati fratelli o sorelle, di qualsiasi convinzione essi siano.

Quindi anche qualora ritenessimo certi nostri fratelli meno “maturi”, accogliamoli sempre nella fede, ma non per sentenziare sui loro scrupoli (Romani 14:1)

Un principio ispiratore al quale attenersi sempre era già stato formulato secoli fa da un teologo luterano, ma troppo spesso viene disatteso:

“Sulle questioni essenziali unità, sulle questioni non essenziali libertà, su ogni cosa carità” 

Rupertus Meldenius, circa 1627.

E per questioni essenziali intendeva quelle in cui davvero la Bibbia non lascia adito ad interpretazioni, non il nostro parere elevato a dogma teologico che ci aspettiamo che tutti debbano condividere.

Per quanto concerne l’essenziale, atteniamoci fermamente alla Parola di Dio, in questi casi le nostre opinioni personali lasciano il tempo che trovano, perché la Bibbia è chiara e c’è poco da discutere, a meno che non la si voglia mettere in discussione con letture liberali che si arrampicano sugli specchi. 

Per tutto il resto, ognuno di noi dovrebbe bandire ogni arroganza e senso di superiorità beffardo senza confondere o far passare le sue personali conclusioni come riferimenti “teologici” da difendere con le unghie e con i denti. 

Se non ti metti la mascherina sei un untore, se te la metti ovunque sei un paranoico. Non ti vaccini? Ma che Cristiano sei? Avresti votato Trump? Hai gioito per la vittoria di Biden? Sei contro ad ogni censura? Censureresti chi dice certe cose? “Mi privo di un po’ di libertà per la salute…”, “no, la libertà non si tocca!” E potremmo andare avanti all’infinito. Basta! È giusto farsi le proprie opinioni e condividerle, ma fratelli, se permettiamo a queste cose di diventare uno strumento di divisione facciamo il gioco del nemico, anche perché in molte materie, a ragion veduta, è solo una questione di prospettiva e non esiste una risposta esclusiva e perfetta, tant’è che la nostra sensibilità individuale come credenti talvolta ci conduce a conclusioni diverse.

Onoriamo tutti, rispettiamo le opinioni di tutti, anche se diverse dalle nostre. Non creiamo un clima di tensioni e fazioni persino nella famiglia di Dio. Perché come ci ricorda ancora Paolo è “beato colui che non condanna se stesso in quello che approva!” (Romani 14:22) Ma Tu perché giudichi tuo fratello? E anche tu, perché disprezzi tuo fratello? (Romani 14:10)

Usiamo le nostre energie per combattere in preghiera contro il vero nemico e in difesa dell’unica Verità rivelata per la quale vale la pena di morire!

Più che ad avere sempre ragione e ad essere veloci nel giudicare, sarebbe bello che imparassimo ad amarci rispettando anche le nostre diversità di vedute. Un giorno in cielo vedremo tutto chiaramente e l’armonia sarà perfetta. Ma che si tratti di orientamenti politici diversi o di una nostra preferenza personale legittima, come dice l’apostolo Paolo, non distruggiamo per queste cose l’opera di Dio (Romani 14:20)

Cerchiamo dunque di conseguire le cose che contribuiscono alla pace e alla reciproca edificazione.

(Romani 14:19)

Così, come cristiani che fanno davvero la differenza, possiamo tornare a sentirci più uniti nello Spirito Santo di Dio, senza concentrarci su quello che ci divide, ma sul meraviglioso destino che ci unisce e ci unirà in eterno in Cristo Gesù, nostro Signore e Salvatore.

E sicuramente il lasciar perdere un po’ gli sfoghi e la frequentazione dei social, tornando invece a lasciarci piacevolmente “infervorare” dalla Sua Parola, ci aiuterà a recuperare più velocemente un po’ di questo equilibrio.

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